È sempre più diffusa la
consapevolezza che la transizione energetica richieda nuove
competenze per creare opportunità di impresa e lavoro. E la
percezione dei benefici della svolta verde per l’ambiente,
l’economia e la società cresce anche nei Paesi con economie a
base fossile, come l’Azerbaigian e il Kazakistan. È quanto
emerge da una ricerca di Fondazione Maire – Ets, la fondazione
del gruppo Maire, società italiana di tecnologia e ingegneria,
presentata a Cop29.
Si tratta della seconda edizione dello studio in
collaborazione con Ipsos “Climate goals: winning the challenge
of climate goals through the creation of skills and competences
worldwide”. Questo studio aggiunge Azerbaigian e Kazakistan ai
10 Paesi già coinvolti che vanno dall’Italia a Regno Unito, Usa,
Turchia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Cile,
Cina e India, con 2000 interviste a un campione di popolazione
altamente istruita e opinion leader.
In Azerbaigian, il 55% degli intervistati considera la
transizione una priorità, in linea con i paesi europei, mentre
in Kazakistan il 29%. La formazione e l’aggiornamento delle
competenze green sono tema cruciale sia in Kazakistan che in
Azerbaigian per oltre l’80% degli intervistati, più che in India
(71%), Usa e Arabia Saudita (75%).
Il presidente della Fondazione e del gruppo Maire, Fabrizio
Di Amato, commentando lo studio, osserva che: “La transizione
energetica è possibile in tutte le geografie con un approccio
graduale, al quale contribuiscono tutte le soluzioni
tecnologiche disponibili, tra cui anche il gas decarbonizzato.
Spero che l’impegno della nostra Fondazione acceleri l’adozione
di politiche pubbliche per implementare la formazione di
competenze indispensabili a sostenere questo cambio di
paradigma”.
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